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L’Istituzione dei Cavalieri di S. Stefano

L’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano Papa e Martire è un ente morale dello Stato italiano che ha lo scopo di perpetuare il ricordo e le tradizioni del Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire e le tradizioni marinare d’Italia, nonchè di provvedere all’assistenza dei figli di appartenenti alle Marina Militare e Mercantile della Repubblica anche mediante borse di studio.

L’Istituzione promuove anche una fiorente attività di pubblicazione e ricerca storica che mettano in luce le glorie e le tradizioni dello storico Ordine della marineria italiana nel passato e nel presente.

L’Istituzione è sottoposta alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione e il Consiglio di Amministrazione è costituito da un rappresentante dello stesso Ministero, uno del Ministero della Difesa, uno del Ministero della Marina Mercantile, uno dell’Amministrazione provinciale di Pisa, uno del Comune di Pisa, uno della Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Pisa ed uno della cassa di risparmio di Pisa. Sono presenti due Legazioni, una a Portoferraio e una nel Golfo di Gaeta. L’attività dell’Istituzione è affiancata dall’Accademia di Marina dei Cavalieri di S. Stefano.

Cosimo I de’ Medici per perseguire gli ambiziosi progetti che si era prefisso si avvalse tra l’altro di un Ordine equestre, sacro, militare e marittimo riservato ai fedelissimi alla sua dinastia. Il 1 ottobre 1561 il Pontefice Pio IV emanò il “Dilecto Filio”, erigendo ed istituendo di fatto la “Religione” del Duca, che fece redigere a Firenze degli Statuti simili a quelli di Ordini già esistenti ed in particolare a quelli del cosiddetto Ordine di Malta, adottandone la croce ottagona, ma invertendone i colori.

Il 1 febbraio 1562 Pio IV con la Bolla “His quae Pro Religionis Propagatione” approvò gli Statuti e il 15 marzo consacrò l’Ordine sotto la regola Benedettina e la protezione di Santo Stefano Papa e Martire, conferendo a Cosimo I de’ Medici e ai suoi discendenti il titolo e l’abito di Gran Maestro.

In quel contesto storico il Mediterraneo non era sicuro a causa delle scorrerie ottomane ed era intenzione di Cosimo I creare una rete di avamposti insulari fortificati nel Mediterraneo, di cui l’Isola d’Elba sarebbe stata il punto focale per impedire che assalti turcheschi giungessero nel cuore delle signorie cristiane. Scriveva infatti Pio IV: “…ad DEI laudem et gloriam, ac fidei Catholicae defensionem, Marisque Mediterranei ab infedelibus custodiam et tuitionem…”. Cosimo I era dunque riuscito nel suo intento di creare un Ordine che combatteva per una causa santa, utile e onorevole, ovvero la fede di Cristo e disponeva che “…il convento si faccia in Pisa e un palazzo o un abituro nell’Elba”, a pochi anni dall’ordine ricevuto da Carlo V -1547- di fortificare la “Terra di Ferraio”, dove ben presto sarebbe nata Cosmopoli (oggi Portoferraio), città di Cosimo ed emblema universale della città del cosmo.

L’Ordine accoglieva la nobile gioventù di tutta l’Italia a Pisa che, per le sue tradizioni marinare, rappresentava un centro degno di rispetto per il ricordo del grande dominio che aveva avuto nel Mediterraneo. Nato durante le guerre che dilaniarono l’Europa e che concedevano ai Barbareschi mano libera sul Mediterraneo ormai divenuto il loro dominio, l’Ordine che il Papa Pio IV autorizzò a costituirsi in una religione di ardire e di sacrificio, liberò dopo secoli di battaglie e di aspre lotte i nostri mari dagli infedeli e vi ristabilì il primato cattolico.

A mantenere vivo il ricordo di questo glorioso Istituto e a svolgere un’opera di assistenza a favore dei figli dei marinai d’Italia, sorse l’Istituzione dei Cavalieri di S. Stefano, eretta in ente Morale con R.D. 14 Febbario 1939 n. 1433.

La revoca, nel dopoguerra, dell’autorizzazione concessa con il primo Statuto all’Istituzione dei Cavalieri di S. Stefano di promuovere un Ordine Cavalleresco a completo ricordo e ad esaltazione di quello creato da Cosimo I de’ Medici  dal quale, l’Istituzione stessa prendeva il nome, pose il problema della creazione di un organismo che consentisse di associare i discendenti delle famiglie che avevano avuto Cavalieri nell’antico Ordine e tutti coloro che con studi, ricerche o altre iniziative intendevano cooperare e mantenere vivo il ricordo e le tradizioni del Sacro Militare Ordine dei Cavalieri di S. Stefano, con la supervisione dell’Istituzione, ente pubblico.

La questione venne risolta con la creazione di una Accademia dei Cavalieri di S. Stefano che ha preso l’attuale conformazione di “Accademia di Marina dei Cavalieri di Santo Stefano Papa e Martire”, ispirata, come organizzazione e struttura, sia pure con tutti i cambiamenti ed innovazioni che la diversa collocazione storica e le non totalmente corrispondenti finalita’ rendevano necessari, alla prestigiosa “Academie de Marine” francese.

L’attuale Statuto precisa che l’Istituzione ha lo scopo di promuovere e coordinare attivita’ scientifiche e storico-culturali. In particolare essa attraverso adeguate iniziative, quali la concessione di riconoscimenti e distinzioni non aventi la natura di onorificenze, decorazioni o distinzioni cavalleresche, favorendo lo sviluppo di studi sulla storia del S.M.O. dei Cavalieri di S. Stefano e su quella marittima mediterranea nei secoli XVI-XIX, intende avvallersi dell’Accademia dei Cavalieri di S. Stefano nell’ adempimento del fine statutario di perpetuare il ricordo e le tradizioni dell’antico Ordine di S. Stefano e le tradizioni marinare italiane.

Come stemma l’Istituzione ha adottato una croce rossa ad otto punte in campo bianco sormontata dalla sigla “S.R.D.S.” (Sacra Religione di S. Stefano) e quale Motto “NOMINI MEO ADSCRIBATUR VICTORIA” (cioe’ l’insegna e il motto dell’antico Ordine).